venerdì 21 settembre 2007

Unoduetre... Prova

Il gravoso impegno su cui facevo tanto la misteriosa nei giorni scorsi, altro non era che La Prova... Ovvero una “lezione pilota” di Beach Volley.

Dico “La Prova”, perché sarei stata attentamente osservata, per poi decidere se inserirmi in un corso base, intermedio o avanzato.

Ero uscita tutta gasata, avevo preparato la “divisa” del debutto da tempo, partita decisamente in quarta.

Me ne sono tornata a casa un po' con la piva, un sacco di dubbi, e un raffreddore garantito.

Il posto mi piace, il centro sportivo non è male, la gente sembra simpatica.

Ma.
Intanto le prospettive “cannottierina e pantaloncini ggiusti così sembro una sportiva che non scherza, chissà magari nessuno si accorge che non gioco a pallavolo da una vita, e poi sono alta, ecco sono un concentrato di potenzialità agonistiche” sfumano da subito, perché faceva un freddo becco e non sono riuscita nemmeno a mostrare un quadratino della mia “mise” da competizione.

Poi la sabbia.
Mi aspettavo di trovarla, eh, solo che ero abituata ad un contesto marino, dove la sabbia è qualcosa che riporta solo dettagli positivi tipo paletta&secchiello, pista per le biglie e buche.
Se ci devi giocare, al mare la sabbia vuol dire soltanto fatica, sudore, rotolarsi, inzozzarsi, poi via belli accaldati, un tuffo in mare e una nuotata rinfrescante… Doccia fredda, aperitivo, costume, e tutte le cose che si legano all’estate.
Invece ieri sera ho perso la sensibilità nei piedi, la sabbia era ghiacciata, un tantino tagliente, e insolitamente appiccicosa.
A fine serata ne avevo ovunque, addosso, negli occhi, seminata lungo il percorso, in macchina e in casa. Una gioia.
Quindi bella sì la sabbia, ma se sei all'aperto, al freddo e al gelo, impigrita e di fretta... Beh rompe un po' le palle.

Altra cosa. Il beach volley proprio.
Ci sono delle regole completamente nuove per me, che mi sembrano oltretutto assurde. Ieri hanno cercato di spiegarmene una che ha a che fare con i giri del pallone, tipo che se la palla gira troppo è fallo o una cosa simile, che evidentemente non ho capito.
Già lì la mia palla, iniziava a girare (ahahah!).
Poi si gioca in due.
Ora, anche questo lo sapevo, però riportata sempre in un contesto marino, dove si è lì un po' tutti assieme a fare i cazzoni ci sta... Ieri sera la cosa si faceva più seria e davvero tutto quel campo andava coperto in due! Per me è troppo grande... o forse ho sempre giocato in campi farlocchi (più probabile).
La sabbia rallenta tutto, e per una che già ha i riflessi "comodi", non aiuta. C'è poca azione, quando si attacca, al 90% è punto, e il gioco si ferma.
Poi il bello del gioco di squadra, in cui ci sono ruoli, tattiche, posizioni...si riduce tutto a due persone, che come squadra sono un po' pochine.
Nella pallavolo si gioca in sei, hai il tuo spazio ma se non la prendi puoi sempre dire che magari non spettava proprio a te… Nel beach no, se manchi una palla e hai mezzo campo da coprire, la responsabilità è tua, non se ne esce.
Poi devi ricevere, neanche il tempo di passarla al tuo compagno, che già te l’ha alzata e devi buttarla di là...(quindi vuol dire correre per ricevere con conseguente caduta, rialzarti di colpo, capire dove se e dove devi andare, rimetterti a correre per arrivare sottorete)… Troppe cose da fare troppo in fretta!!
Poi me l'hanno voluta passare come un gioco dove trionfa la sportività, come una grande festa, ma anche lì ho avuto l'impressione che, dicono dicono, ma siano tutti parecchio competitivi, e ho già addocchiato i classici invasati sportivi, categoria che non sopporto proprio.

Insomma, sicuramente devo rivedere il mio concetto di “sport”, a cui da tempo non ero più abituata (alla velocità, i riflessi e tutte quelle cose faticose) , ma legavo il beach volley ad una serie di concetti piacevoli, senza considerare che era ovvio che lì non ci fossero. Il caldo, gli amici, il mare, il sole, il cazzeggio.

Quando mi han chiesto gasati e sorridenti “Allora…com’è andata??Bello eh??” io ingenuamente ho detto proprio queste cose al tipo che mi chiedeva se sarei tornata.
Chiudendo con un sincero “Eh non so, ci devo pensare”.

In realtà mi veniva da dirgli "Oh bello, il beach nasce dalla pallavolo... Sarà mica uno sport serio questo, rilassatevi un momento, siamo qui per giocare!!"
E invece questi credono davvero che sia uno sport a sè e soprattutto che se vieni dalla pallavolo hai un sacco di abitudini malsane che ti dei assolutamente levare.
Mi hanno pure detto che avrebbero iniziato il mio "processo di purificazione". Eeeehhh?? Io non mi voglio purificare!!! Anni e anni per imparare quelle due cose che so di pallavolo che ora me le devo dimenticare? Ma siamo matti?? Nononono.

Insomma sono uscita con un “Ciao ciao non mi rivedete più” stampato in fronte.

Poi, nella notte, come al solito, i primi dubbi.

Quale sarebbe l’alternativa? Qualcosa devo fare, cacchio, l’ho scritto nei miei buoni propositi.
Di fare palestra non se ne parla. Mi vorrei divertire, mi piacciono gli sport di squadra, anzi no, mi piace proprio la pallavolo. Solo che lì ho trovato solo cose moolto agonistiche, e sono fuori tempo, fuori età, fuori tutto.
Il beach volley sembrava un buon compromesso. Poi questo corso mi impegnerebbe un solo giorno a settimana… qualsiasi altro sport probabilmente me ne chiedeva due, e forse diventavano troppi (cioè, c’ho una vita io, cioè faccio un zacco di cose, cioè mica c’ho tempo da perdere).

Inoltre questo sarebbe un corso trimestrale… a dicembre finisce tutto.

Tutto sommato potrei anche provare, eh.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

oh non so bene come ci son finito su sul tuo blog..però sto post spacca, davvero divertente...per chi legge he? magari tu le sbatte la hai davvero...Ciao

ValeMoon ha detto...

Niente più sbatte caro bananno o chiunque tu sia.
Ho abbandonato definitivamente il beach volley e ora navigo verso nuovi lidi, molto più ambiziosi e promettenti.