venerdì 8 febbraio 2008

Into the wild

Non riesco bene a dare un parere su questo film.
Negli ultimi tempi ero abbastanza impietosa verso prodotti cinematografici poco interessanti, mi addormentavo direttamente in sala, cosa che invece fino a un po’ di tempo fa, almeno per “rispetto” verso il pagamento di un biglietto, non mi succedeva mai.
Ieri sera, nonostante le quasi tre ore di proiezione, non ho accusato nemmeno uno sbadiglio. Segno che, in qualche modo, questo film mi è piaciuto.
Mi ero vagamente informata sulla trama, mi aspettavo sicuramente qualcosa di simile, ma che forse mi invitasse a riflettere di più, cosa che non è successa (citazione finale a parte). Perlomeno non subito, visto che a differenza di eiri sera, oggi ci sto pensando molto di più.
Credevo di uscire dal cinema con la voglia di mettermi uno zaino in spalla e partire, ma non è nemmeno un film che si riduce a quello, cioè al classico “on the road” della serie “siete tutti dei cinici superficiali, io che sono uomo di mondo ho capito tutto dalla vita”, o che ti lascia quella voglia di cambiare tutto e ricominciare.
A me il protagonista, più che coraggioso e rivoluzionario, il più delle volte mi è sembrato un pazzo incosciente. I casi sono due, o sono diventata tremendamente vecchia, oppure non sono riuscita a immedesimarmi a tal punto da capirne la reale complessità. Probabilmente è così, anche perché alla fine quando ho scoperto che si trattava di un film tratto da una storia vera, le scelte del protagonista mi sono sembrate già più affascinanti.
Sicuramente mi è piaciuta molto la costruzione di tutta la narrazione… Non lo so se Sean Penn fosse al suo debutto come regista, sta di fatto che secondo me ha fatto un bel lavoro: la suddivisione in capitoli, i continui salti temporali, la voce narrante... Colonna sonora e fotografia poi, sono davvero molto belle.
A posteriori mi sono accorta che ci sono pareri molto discordanti su questo film, della serie “o si ama o si odia”, per cui mi fa strano sentirmi così “a metà strada”…Però lo consiglierei comunque.

Bisogna chiamare le cose con il loro vero nome

La felicità è reale solo se condivisa
(Tutti d’accordo? Io non ho ancora deciso)
.

5 commenti:

Lo Ste ha detto...

il mio film preferito degli ultimi anni....quarta prova da regista per sean penn che secondo me ha sfornato un vero pregio...temevo una cosa superficiale alla vaffanculo tutti io me ne vado ma secodno me è cos' solo in superficie..fotografia stupenda, regia superba, attore bravissimo, colonna sonora da paura

ale-bu ha detto...

il film non l'ho ancora visto. rimedierò a brevissimo. ad ogni modo, non sono assolutamente d'accordo sulla seconda citazione.
la mia felicità è reale nel momento in cui io sono felice. condividerla o meno è una scelta. indipendente dallo stato delle cose.

Lo Ste ha detto...

sono cose soggettive, credo che sia un po' come con i fonzies, se non ti lecchi le dita godi solo a metà...condividere la felicità te la fa godere di più, ma resta reale comunque...che blog profondo hai tirato sù valemùn?!?!

ValeMoon ha detto...

Hai visto che profondità??
Tra la reunion dei Beehive e un set fotografico di facce stupide, ce stanno un zacco di cose serie!!

Per quanto riguarda il pensiero sulla felicità alla fine concordo con entrambi.
La felicità è tale anche se non si ha nessuno con cui condividerla. E può essere altrettanto reale e forte.
Insieme a qualcuno si può caricare anche di altri sentimenti, che la possonono rendere anche più bella.
Concordo, è soggettivo.
Quindi direi che "Non è detto che la felicità sia reale solo se condivisa".

Lo Ste ha detto...

perfetta sintesi: siamo tutti d'accordo!! Ale guardati sto film ascolta un cretino